Il film ripropone con grande fedeltà le vicende dell'Esodo. Il faraone Ramses attua una politica di genocidio verso il popolo di Israele, già ospite privilegiato al tempo di Giuseppe. Mosé viene posto in un cesto di vimini dalla sorella Myriam, viene raccolto dal Nilo ed adottato dalla figlia del Faraone. Diventato adulto, il "Principe Mosé" è incaricato di sorvegliare i lavori degli Ebrei. Si ribella alla vista delle angherie cui questo popolo viene sottoposto e la sua reazione arriva sino ad uccidere, senza volerlo, un Egiziano. Costretto a fuggire dal paese, trova ospitalità presso Jetro, sacerdote di Madian, alle falde del monte Horeb. Ne sposerà poi la figlia Sefora, da cui avrà Gerson. Alle pendici dell'Horeb, fa la esperienza del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe", che gli parla dal roveto ardente. Tornato in Egitto, si scontrerà, insieme con Aronne, contro il Faraone che non vuol lasciare libero il popolo di Israele. Dieci terribili calamità si abbatteranno sull'Egitto. Finalmente il 14 di Nisan, dopo aver sacrificato l'Agnello, gli Ebrei potranno lasciare la terra di schiavitù. Il mare, sotto la spinta di un vento robusto, si aprirà al loro passeggio; si richiuderà poi e travolgerà gli inseguitori Egiziani. Mosé potrà condurre così il popolo d'Israele lungo il deserto, tra ribellioni interne, marce estenuanti ed incessanti attacchi esterni, fino al Sinai. Ivi sigillerà il Patto tra il Dio Vivente ed il Suo Popolo. Morirà in vista della terra promessa. Giosuè potrà finalmente prendere possesso di Canaan, la terra "ove scorre latte e miele". |