Siamo nel l947, negli Stati Uniti. La seconda guerra mondiale è terminata. Stingo, un giovane della Virginia, aspirante scrittore, ha lasciato l'uniforme dei Marines e la fattoria paterna per cercare fortuna a New York. Si è installato a Brooklyn in una casa bizzarra, dipinta di rosa. La sua tranquilla e fervida vita di scrittore è turbata dai rapporti spesso tempestosi di una coppia che abita al piano superiore, composta da Sophie Zanistowska, una bella polacca immigrata dopo aver subito la terribile esperienza del campo di sterminio di Auschwitz, e Nathan Landau, un intellettuale ebreo, brillante, raffinato, ma con variazioni d'umore sconcertanti, ossessionato dall'olocausto nazista che ha sterminato sei milioni di ebrei. Fra i tre nasce un'amicizia profonda. Così Stingo è coinvolto e anche plagiato da ricordi, emozioni, fobie di un mondo che non conosce e inoltre cresce in lui e si rinvigorisce un legame amoroso che lo vincola a Sophie, anche perché, aumentando la confidenza, la donna fa a lui la confessione di tutta la sua vita. Affiora così una triste e drammatica realtà. Il padre di Sophie, professore all'università di Cracovia, esaltato dalla figlia come uomo buono e giusto, è invece un amico dei nazisti e un sostenitore dello sterminio degli ebrei. Lei stessa è stata deportata con i due figli ad Auschwitz e, costretta a scegliere, ha abbandonato la sua bimba alla morte e, pur di salvarsi e salvare il figlio Jan, ha collaborato, come segretaria, con Hoess, il boia di Auschwitz. E' una lunga confessione, che avviene a tratti, con impressionanti flashbacks, mentre il rapporto a tre continua a volte tranquillo a volte tempestoso, secondo il variare degli umori di Nathan affetto da schizofrenia paranoide e, per di più, drogato. La vicenda sembra risolversi positivamente quando Sophie e Stingo partono per la Virginia e il giovane propone alla donna di sposarlo. Sophie si concede a Stingo, ma poi lo abbandona, attirata come in una voluttà di autodistruzione dal fatale amore di Nathan, col quale finirà suicida. |