Fernanda e Giancarlo, amici nelle rivoluzioni studentesche del '68, hanno avuto un figlio che, sfumate le euforie politiche e iniziate le difficoltà della vita, diviene un peso per la coppia sulla strada della dissoluzione. Eugenio, per conseguenza, cresce quasi come un trovatello, a volte presso il padre e più raramente presso la madre. In tal modo vede e con molta semplicità giudica la loro poco corretta condotta (Giancarlo si lega a Milena, mentre Fernanda, nel periodo che passa in Spagna, non rifiuta occasionali accompagnatori). In pratica Eugenio fa amicizia con il piccolo Guerrino, un ragazzino di borgata che, povero e appartenente a una famiglia numerosa, è abituato alla durezza della vita e fa soldi con cento espedienti. Sballottato da parenti paterni o materni, tra amici di genitori, il bambino decenne ha trascorso la maggioranza della sua infanzia presso i nonni materni, Eugenio (di cui ha ereditato il nome) e Anna. Ma anche per loro è diventato scomodo e, nell'imminenza di un viaggio in Inghilterra, Giancarlo manda l'amico Baffo a prendere dai nonni Eugenio che vorrebbe portare con sé. Il fanciullo, stanco di essere trattato come un oggetto, infastidisce Baffo e questi, con il cinismo che gli deriva dalla professione di redattore capo del foglio politico scandalistico "L'oca", lo castiga lasciandolo in piena campagna. La circostanza fa accorrere genitori, nonni e conoscenti. Dopo una giornata di inutili ricerche, Eugenio viene segnalato presso una cascina ove ha assistito alla nascita di un vitellino. Tutti accorrono, ma nessuno, dopo i primi entusiasmi, si dimostra entusiasta e disposto a prendere Eugenio. Questi, mentre i grandi discutono, si allontana accompagnato finalmente da un fedele amichetto, un cane. |