La "Califfa" (nomignolo che in Emilia viene attribuito alla donna autoritaria e spregiudicata) è la giovane vedova di un operaio ucciso a Parma durante uno scontro con le forze dell'ordine. Nemica acerrima dell'industriale Doberḍ, proprietario della fabbrica presso la quale lavorava il marito, la "Califfa" muta il suo atteggiamento nei confronti dell'uomo il giorno in cui lo vede tener testa spavaldamente agli operai e ai propri colleghi imprenditori che, con il loro atteggiamento, hanno costretto un industriale fallito ad uccidersi. Entrata in contatto con Doberḍ, la "Califfa", attraverso una serie di burrascose discussioni, comincia ad apprezzare la buona fede dell'uomo e l'aspirazione a cambiare lo stato delle cose. Doberḍ, da parte sua, per ricambiare la simpatia della donna, che finisce col diventare la sua amante, rileva la fabbrica dell'industriale suicidatosi e la affida in gestione agli stessi operai. Il suo atteggiamento suscita peṛ l'immediata reazione degli altri industriali; un giorno, mentre ritorna con la sua donna da un convegno, egli viene ucciso da alcuni sconosciuti. |