Uscita da una clinica psichiatrica dove era stata ricoverati in seguito allo choc provocatole dalla tragica morte della madre, la piccola Susan fa ritorno alla propria casa, accolta dal padre e dalla nuova moglie di questi. Poiché la bambina è stata nominata erede universale dalla madre, alcune persone direttamente interessate all'eredità cercano in tutti i modi di intessere intorno a Susan un'atmosfera di incubo, allo scopo di farla interdire e tornare definitivamente nella clinica psichiatrica. Tra le più attive in tal senso è proprio la matrigna di Susan, le cui mire sono particolarmente rivolte a un prezioso monile nascosto dalla bambina il giorno stesso della morte della madre. Allorché il monile viene rinvenuto all'interno di una bambola di pezza di Susan, la perfida matrigna, pur di impossessarsene, non esita ad uccidere uno zio della bambina; Susan seguirebbe la stessa sorte dello zio, se non intervenisse provvidenzialmente in suo aiuto il padre. Nella colluttazione, è anzi la matrigna a soccombere. Afferrato un candeliere Susan, con grande freddezza, comincia ad appiccicare fuoco alla casa. Si ripete così la stessa scena della morte della madre di Susan, quella scena che la bambina aveva tentato disperatamente di cancellare dalla sua mente: l'assassinio della donna da parte del marito e l'incendio della casa provocato proprio da Susan allo scopo di simulare una disgrazia e scagionare il padre, al quel è morbosamente affezionata. |