Luigi - un neolaureato modenese, ragazzo tranquillo, mite e beneducato - entra a far parte dell'amministrazione di un grande Istituto bancario nella sede di Bologna. Incontra, ai suoi primi passi nel lavoro, una trentina di colleghi di ambo i sessi suoi coetanei e, poco a poco, li conosce tutti. Il padre, già funzionario della stessa Banca, gli concede in uso un suo villino, nel quale sarà subito ospitato anche Dario, figlio di un vecchio amico. Mentre Dario, ragazzo introverso e pigro, frequenta saltuariamente e con scarsa convinzione una Facoltà d'arte, Luigi stringe amicizia con il collega Enrico, un tipo arrivista e disinvoltamente portato ad ogni possibile compromesso e, infatti, quest'ultimo prega assai presto Luigi di istruire "con un occhio di riguardo" la pratica di "fido" inoltrata alla Banca da un certo cliente. Luigi acconsente (farà, in pratica, con una certa larghezza la valutazione di un vecchio immobile a garanzia); viene poi invitato da Enrico a casa sua e addirittura lasciato solo con la moglie Annalisa, donna assai disinibita. Luigi instaura poi un buon rapporto di amicizia con Valeria ed accompagna in discoteca un'altra collega, che è l'amica del suo frustratissimo e lamentoso capo ufficio. Tuttavia, da una parte e dall'altra, tutto si svolge, attraverso la ritualità dei gesti necessari, con impegni assai poco convinti. Tra una serata in pizzeria, l'accesso al "golf" bolognese (che sempre Enrico gli ha facilitato) e qualche divertimento in ambienti bene, Luigi sembra ormai avviato sul tran tran di una vita piuttosto tranquilla, ma di limitatissime soddisfazioni. L'amore per Annalisa viene da questa deluso, anzi la donna fa presto ad incapricciarsi (e più seriamente, forse) dell'irresoluto Dario. In Banca, a questo punto, la faccenda del "fido", che tanto premeva a Enrico, viene a galla e ne nasce un'inchiesta: sull'operato e la leggerezza di Luigi, incauto novellino, si passa sopra, ma Enrico viene dimissionato (se ne andrà con la moglie) ed il capo ufficio (sia pure finalmente promosso) subito trasferito in altra città. Enrico tuttavia accusa Dario, davanti all'attonito Luigi, chiama al telefono Annalisa e tronca il loro rapporto. Poi chiede in prestito a Luigi la macchina per andare a trovare i suoi cari. Poco dopo, Luigi apprende che Dario è morto (un incidente? forse un suicidio?) e il giorno dopo riprende la sua solita vita in Banca, dove lo attende la "routine" del lavoro e dei consueti pettegolezzi, mentre neppure con una dattilografa assunta di fresco riesce a stabilire un semplice rapporto di cordiale colleganza o di una qualche prospettiva avvenire. |