Insofferente della moglie e del lavoro, il sessantenne Carlo lascia la ditta alla consorte, donna sofisticata, ma intelligente ed efficiente, e se ne va di casa, prendendo in affitto un bell'alloggio nel cuore della vecchia Roma. Tanto esuberante è lui, quanto depresso e malinconico il figlio Paolo, autore teatrale di scarsa fortuna, improvvisamente lasciato dalla moglie Sandra, il che lo ha fatto precipitare nello scoramento totale. Anche lui cerca casa e, per un equivoco dell'agenzia padre e figlio si trovano inquilini dello stesso appartamento. Restano insieme, ma i battibecchi sono frequenti tra l'uno, ancora molto vitale e gastronomo maniacale, e l'altro introverso, dispeptico e sempre innamorato di Sandra e con vena teatrale inaridita. A complicare le cose Giacomo il secondo figlio di Carlo, con Francesca la compagna incinta si installano nell'appartamento. L'insolito ménage va avanti, mentre Carlo conosciuta Benedetta, una seducente e solitaria attrice, fa presto a goderne i favori. Intanto Paolo ha scritto una nuova commedia (gli eventi di cui è partecipe e spettatore sono stimolanti); il figlio di Giacomo nasce; Benedetta frequenta la famiglia con grande disinvoltura. Quando a Carlo viene diagnosticato un cancro e gli restano al massimo pochi mesi di vita lungi dall'essere terrorizzato - la sua filosofia di vita non lo renderebbe plausibile - chiede a Benedetta un ultimo incontro d'amore, fa riconciliare Paolo con Sandra, fa sposare Giacomo con Francesca e battezzare il bambino; poi offre alla moglie (lei dice di sì) di partire con lui per andare in Oriente in un lungo viaggio: evidentemente l'ultima vacanza della sua vita. Ancora una volta, niente tenerezze e lacrime tra padre e figlio (che pur si vogliono bene): solo rispettive parolacce augurali. |