Il maturo dottor Cristof Bedoya scende dal battello che l'ha ricondotto lungo il fiume a uno sperduto villaggio della Colombia, dove ha fatto la sua prima pratica medica, chiamato a dirigerne l'ospedale. L'assalgono i ricordi della giovinezza, quando il ventunenne amico Santiago Nasar, rampollo di una famiglia benestante del paese, venne ucciso a coltellate dai fratelli Vicario, per vendicare l'onore della sorella Angela, che, ripudiata subito dopo le nozze dal marito Bayardo San Roman, perché non l'ha trovata illibata, violentemente pressata dai familiari, si è lasciata sfuggire il nome del giovane. Sull'onda dei ricordi, Bedoya riesce a ricostruire pezzo per pezzo la cronaca dell'uccisione dell'amico, dall'arrivo dello spavaldo Bayardo, al vano corteggiamento di Angela, che lo rifiuta, ai modi strafottenti e alla sfacciata profusione di denaro con cui riesce a piegare la famiglia a concedergliela in sposa, fino alle nozze fiabesche, cui farà seguito il ripudio e la tragica uccisione dell'amico, davanti al passivo fatalismo di quasi tutto il paese, riversato sulla piazza in occasione del passaggio del vescovo. Nessuna prova concreta delle presunte responsabilità di "seduttore" di Santiago affiora dalle ostinate ricerche dell'amico. Frattanto Angela, inesplicabilmente fedele al marito, continua a scrivergli lettere su lettere per anni, fino al ritorno di lui al paese e alla patetica riconciliazione finale. |