Una nobile donzella francese - la contessa Jeanne de Luynes sposa il conte di Verrua e va a vivere a Torino, dove il marito (che lei ama inoltissimo) è ciambellano di Re Vittorio Amedeo, salito al trono nel 1684. Il Re se ne invaghisce e invia il conte a Madrid in veste di ambasciatore. Jeanne resiste in mille modi, ma tutti - dalla madre del consorte al suo stesso confessore - insistono, perchè alla volontà del re non si debbono opporre ostacoli. Allora la nobildonna si offre direttamente al sovrano; ne diventa la favorita; tiranneggia dame e dignitari, arrivando perfino ad immischiarsi degli affari di governo. Il re, uomo sensuale e vigoroso, cerca di assecondarla e Jeanne ottiene tutto ciò che vuole (gli fa anche rinviare in Francia la famiglia, con il piccolo Luchino). Praticamente schiava del sovrano, ne è allo stesso tempo la dominatrice. Detestata dalla regina e odiata dalle dame di corte, la contessa spera solo che conte Verrua si ribelli e la liberi. Ma Verrua è troppo debole e venera il suo re. Francese quale è, Jeanne non riesce ad impedire che Austria e Piemonte si alleino contro il proprio Paese: proprio mentre Vittorio Amedeo è al fronte, si ammala di vaiolo, e il re, trascurando il suo esercito, si precipita al castello di Rivoli per curarla amorevolmente. Essendo ormai la guerra arrivata alla Capitale, Jeanne, guarita, fugge in Patria: portando con sé i gioielli e le opere d'arte ricevute in dono. Frattanto il Conte Verrua, invitato a battersi a duello con il re resta ucciso. Successivamente il sovrano, rimasto gravemente ferito, è obbligato a vivere chiuso in una enorme gabbia mobile di legno, stando immobile e sospeso all'interno di essa e qui lo vede Jeanne, tornata in Piemonte travestita, per incontrarvi quell'uomo violento che si era impadronito di lei. L'amore è però finito: Vittorio Amedeo è impedito ed il suo giovanissimo primogenito, grazie all'abdicazione, è diventato re. E, proprio quando sta per ritornare nel feudo di Luynes con Luchino, la contessa ora vedova dice all'amante tanto disprezzato "ti amo". |