Il quarantenne Piero Nava vive e svolge nel Sud Italia la sua attività di rappresentante di commercio. La mattina del 21 settembre 1990, mentre si dirige ad un appuntamento con il suo agente siciliano, sulla superstrada Canicattì-Agrigento assiste casualmente all'assalto di un commando mafioso che uccide il giudice Livatino. Giunto in città, decide di andare alla polizia e raccontare tutto quello che ha visto. E' l'inizio di un cambiamento di vita radicale. Nava diventa un testimone oculare, viene affiancato per la protezione dal commissario di polizia Nardelli, ma quello che faceva prima non potrà più continuare a farlo: la casa a Giffoni, il lavoro, la moglie, i due figli piccoli, tutto viene sconvolto. La famiglia Nava cambia residenza, si trasferisce prima a Montecatini dai genitori della moglie Franca, poi in altra località segreta. Nava cambia aspetto, va a testimoniare in Germania, viene licenziato dalla ditta, entra in collisione con la moglie perchè la situazione impone livelli di tensione insopportabili. Quando arriva il giorno del processo, Nava recupera inaspettatamente tutto il proprio equilibrio e offre una deposizione lucida che consente di condannare gli esecutori del delitto. Subito dopo, la polizia consegna alla famiglia Nava nuovi documenti d'identità con cui lasciano l'Italia. Oggi vivono nel Nord Europa. |